UN CASTELLO CHE STA PER CADERE
Siamo sempre più convinti che l’imperialismo e le visioni occidentali siano arrivati alla fine del loro percorso storico, e a darci la conferma di questa tesi è la notizia che, ora, sta facendo il giro del mondo: il soldato dell’aeronautica americana, Aaron Bushnell, ha compiuto un atto estremo decidendo di darsi fuoco davanti ai cancelli dell’ambasciata israeliana a Washington, contestando con durezza la linea politica contro la Palestina e affermando “Non sarò complice di un genocidio”.
Tutto ciò merita una riflessione politica e sociologica più amplia rispetto a quelle a cui siamo abituati: sicuramente stiamo assistendo ad un gesto agghiacciante (che non ha nulla che vedere con l’azione storica di Jan Palach durante la primavera di Praga del 1969), ma che apre uno squarcio in merito a quella che è la condizione psicologica dei soldati in tutto il mondo, così come lo apre nei confronti di una crisi che lo stesso Occidente si rifiuta di vedere e anche di accettare.
Il fatto che anche uno stesso “portatore” di quei valori occidentali, decida di rinunciare ad essi – e in questo caso anche alla propria vita – in nome di un’umanità che si è fermata davanti alle atrocità in Palestina, significa che una parte del mondo militare (e non solo) ha la consapevolezza di quello che sta succedendo.
L’unico che continua a girarsi dall’altra parte è propio l’Occidente ed il suo sistema che – oltre ad essere impaurito – rimane ancora incosciente su se stesso e incapace di accettare un fatto inequivocabile: ha perso ufficiosamente la guerra.
Questa serie di conflitti attuati in diverse parti del mondo (non solo Medio Oriente ma anche nell’Est Europa) dimostra non solo la debolezza di quella parte di mondo e della sua mentalità sociopolitica, ma anche il tramonto di quei soli che sembravano implacabili: non soltanto questa guerra sarà la fine (quanto meno politica) d’Israele, ma anche degli USA e della sua egemonia nel mondo.
STOP MASSACRO IN PALESTINA, ISRAELE TERRORISTA!
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