LA TRISTEZZA DELLE EUROPEE…PRENDIAMOLA A RIDERE.
Oggi andremo ad affrontare due dei personaggi più “discussi” di queste elezioni europee: da una parte Ilaria Salis e dall’altra il Generale Vannacci.
Due individui che sinceramente, sembrano essere diventati più accalappiatori di like e personaggi social, piuttosto che figure prettamente politiche…oltre ad essere quella garanzia di elezioni per entrambi gli schieramenti per provare a racimolare quei pochi voti che sono in netto calo.
Prima di tutto andremo a parlare di una vicenda mediatica che sta facendo molto scalpore, il quale mette in contrasto il popolo italiano dividendolo in due fazioni: Chi ha ancora un briciolo di razionalità, riuscendo a distinguere ”militanza” da ”criminalità” e chi, tra cui; giornalisti, opinionisti TV, influencer e radical chic che fanno a gara a chi fa più piagnistei oltre apologie varie.
Credo sappiate tutti di quale personaggio stiamo parlando: Ilaria Salis. Vicenda trattata su tutti i giornali con estrema leggerezza e vittimismo nascondendo appositamente molti lati oscuri. Non a caso ce la stanno facendo passare come la povera maestra dell’elementari, di Monza, orgogliosamente antifascista e che sta lottando per i nostri diritti.
Quasi quasi come un partigiana del ventunesimo secolo, grazie a lei non ci sarà mai un ritorno alla dittatura.
Ma perchè non parlano realmente di ciò che sta accadendo?
Ilaria fa parte di una organizzazione ritenuta criminale dalle autorità tedesche e ungheresi.
Fondata nel 2015, il suo nome è ”Hammerbande”, dal tedesco ”la banda del martello”.
Le azioni principali del gruppo è quello di malmenare individui considerati di ”estrema destra” con l’utilizzo di questo strumento, appunto il simbolo dell’associazione, accompagnato da altri corpi contundenti e spray al peperoncino.
Non a caso durante una perquisizione è stata trovata in possesso di un manganello telescopico e appunto, un martello.
Ciò cancella ogni dubbio sulla sua appartenenza al gruppo.
Attualmente lei è imputata (escludendo le altre 4 condanne e 29 denunce in corso a suo carito) di lesioni personali, lesioni aggravate, tentato omicidio e appartenenza a organizzazioni pericolose, nei confronti di un uomo scambiato per un estremista di destra a causa del suo abbigliamento militare in piazza Gazdagre’ ti, e contro il musicista identitario La’ szlo’ Dudog, le cui foto con il volto tumefatto fecero poi il giro del web.
Ma la cosa che fece indignare tutta quella calca di antifascisti furono le foto di lei, in tribunale, portata in catene; a loro dirsi in una condizione disumana che viola i diritti umani, in realtà in Ungheria è una prassi normalissima visto che allo stato attuale rischia 11 anni di carcere, promulgato a domiciliari grazie allo stesso governo che lei considera Fascista e da eliminare.
Invece è stata una mossa a dir poco vergognosa, perchè ci sta indicando sempre di più come la Meloni si stia inginocchiando alla logica antifascista e come usi il “non fascismo”
come asciugamano politico.
Un’altra mossa ardita è stata intrapresa dall’Alleanza Verdi e Sinistra di Bonelli e Fratoianni, che l’hanno candidata alle europee dell’8-9 giugno assieme al suo compare Christian Raimo, per chi non lo sapesse, è quel professore/influencer che disse a Parenzo che tutti i neonazisti andrebbero picchiati.
Saremmo curiosi di vedere la sua reazione sclerotica se un solo studente suo si dichiarasse di quell’ideologia e lo aspettasse sotto scuola.
Ciò non mette in buona luce il partito oltre ad essere contraddittorio per le sue ideologie visto che da sempre predicano il pacifismo ed hanno candidato un viscido che istiga all’odio e un’ isterica con problemi di rabbia che si diverte a bastonare i “fascisti”.
Questo episodio decreta la fine dell’estrema sinistra, perché quando vedi anche Potere al Popolo che – pur essendo critico nelle posizioni di AVS – invita a dargli i voti in quanto abbiamo una “martire”, capisci che come agglomerato politico è assolutamente finito…ridotti a bambocci che valgono meno dell’urina creando una versione fatta male del PD, dove il loro colore non più il rosso acceso comunista ma ormai un rosso sbiadito, tendente all’arancio.
L’altro personaggio che andremo ad analizzare è Roberto Vannacci, noto generale presente sulle cronache di tutti i giornali da quasi 1 anno. È tornato a far discutere di sè dopo aver accettato la candidatura alle elezioni europee con la Lega. Generale pluripremiato dell’esercito italiano e comandante di diverse divisioni durante le guerre in Somalia, Afghanistan, Iraq e Libia, assume nel giugno 2023 il comando dell’istituto geografico militare di Firenze. Poco dopo inizia lo scandalo che lo rende famoso con la pubblicazione del suo primo libro, “Il mondo al contrario”, a detta sua scritto durante i suoi viaggi in treno buttando giù le proprie riflessioni sulle notizie quotidiane.
Pubblicazione che ha creato scalpore essenzialmente per frasi decontestualizzate o mal interpretate in modo da essere rese “omofobe”, “razziste” e qualsiasi altro vocabolo il politicamente corretto utilizzi per affossare chiunque provi a criticare….solito copione insomma.
Dall’altra parte invece è diventato un’idolo per certi “destroidi” che lo vorrebbero far passare come difensore dei valori nazionalisti, contro la deriva del “mondo al contrario” che stiamo vivendo oggi, ma non senza creare spaccature. In primis si vedano le controversie con il ministro della difesa del governo Meloni, Guido Crosetto, che hanno portato alla sua sospensione di 11 mesi dalla carica militare con dimezzamento dello stipendio e detrazione di anzianità.
Un personaggio non poco divisivo e discusso ma che pochi hanno capito veramente, sempre pronto a difendere la NATO e ad astenersi dal dare un’opinione chiara sul coinvolgimento Italiano in Ucraina e sul conflitto israelo-palestinese oltre che sulla questione vaccinale, ovvero su i temi più importanti del momento e da cui veramente si evince da che parte della barricata sta qualcuno.
Valoroso difensore dei valori della famiglia da una parte ma senza il coraggio per potersi esporre su alcune delle tematiche fondamentali dall’altra, un’ambiguità che si spiega benissimo con la sua candidatura con la Lega di Salvini.
Un partito che di certo non può definirsi antisistema, favorevole ad’ogni sorta di organizzazione sovranazionale tra cui NATO e compagnia cantante e che – in calo di voti – aveva proprio bisogno di uno slancio dato dal classico uomo del momento. In questa trappola cadranno sicuramente gli antisistema meno accorti che, stravedendo per le frasi ad hoc dei titoloni di giornale, non si accorgeranno di votare per qualcuno che, tra una missione in Medio Oriente e l’altra, alla sovranità nazionale non ci pensa neanche ma che è solo l’ennesimo personaggio creato suo momento dal quel sistema che vorrebbero combattere.
Che dire…buona campagna elettorale a tutti.
Nel dubbio, noi votiamo la rivolta!
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